Farmaci antinfiammatori FANS e alternative naturali

Il paracetamolo è indicativamente comparabile all’aspirina nel potenziale di alleviare il dolore e la febbre. Le prostaglandine prodotte dall’azione dell’enzima COX-1 proteggono il tubo digerente dall’acido gastrico e hanno un ruolo importante nella coagulazione del sangue. Poiché la maggior parte dei FANS blocca gli enzimi COX-1 e riduce così la produzione di queste prostaglandine, possono irritare il rivestimento dello stomaco. Questa irritazione può provocare mal di stomaco, ulcere peptiche ed emorragie nel tratto digerente.

  • Gli studi VIGOR e APPROVe dei primi anni del 2000 sancirono definitivamente il rischio di eventi cardiovascolari in corso di trattamento con Rofecoxib .
  • Tuttavia, come già detto, il ruolo di COX-2 nella regolazione dell’emodinamica renale si manifesta solo in specifiche condizioni cliniche caratterizzate dalla stretta dipendenza della attività prostaglandinica.
  • AKI da FANS è generalmente reversibile dopo sospensione del farmaco incriminato e un breve ciclo di terapia steroidea di 1-2 mesi .
  • Anche se hanno tutti la stessa efficacia, le persone reagiscono ad essi in modo diverso.
  • L’ibuprofene viene utilizzato in particolare per trattare il dolore muscolare e osteoarticolare (artrosi cervicale, lombalgia, dolori articolari al ginocchio, all’anca, tendinite…) e il mal di testa ed è ritenuto sicuro durante l’allattamento.

In particolare, uno studio canadese pubblicato sul British Medical Journalnel 2017 ha messo in evidenza un legame fra l’assunzione di antinfiammatori FANS e l’innalzamento del rischio di infarto. Il rischio è maggiore nelle persone che assumono dosi elevate di questi farmaci, ma non si modifica per le terapie a lungo termine. Il blocco delle COX di tipo 2 (COX-2) impedisce la trasformazione dell’acido arachidonico in prostaglandine e prostacicline, sostanze naturalmente prodotte dall’organismo in caso di traumi o lesioni acute o croniche dei tessuti e da cui dipende l’avvio e il mantenimento del processo infiammatorio. Quasi tutti sono disponibili sia sotto forma di preparati OTC , liberamente acquistabili senza ricetta medica, sia come farmaci da prescrizione a maggior dosaggio, da utilizzare in caso sia necessaria un’azione antinfiammatoria particolarmente marcata.

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L’utilizzo degli integratori in presenza di condizioni particolari (disturbi, patologie, gravidanza, allattamento, infanzia, trattamenti farmacologici in atto ecc.) deve avvenire sotto il controllo del medico curante. Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta equilibrata e di uno sano stile di vita. Sia gli effetti terapeutici antipiretici, antiinfiammatori e analgesici, sia quelli avversi dei FANS (a livello gastrico, cardiovascolare, renale etc.) sono legati all’inibizione di COX ed alla riduzione della produzione di prostaglandine come PGE2 e PGI2. Appartengono a questa classe di farmaci l’acido acetilsalicilico e l’ibuprofene , il naprossene, il ketoprofene e il diclofenac, normalmente usati come antinfiammatori e antidolorifici in caso di disturbi articolari, mal di testa intenso, mal di denti e le nevralgie.

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Le differenze “statisticamente significative” riscontrabili in molti studi di piccole dimensioni per alcuni parametri di valutazione sono quasi sempre casuali e clinicamente non rilevanti. Ciò non deve però fare dimenticare che alcuni FANS sono molto meglio documentati di altri sul piano clinico e questa caratteristica può e deve essere tenuta in considerazione per stabilire una priorità di scelta. Va infine ricordato come esista la possibilità che un paziente affetto da osteoartrosi o da artrite reumatoide possa non rispondere al trattamento con un FANS e rispondere positivamente alla terapia con FANS diverso.

I FANS sono impiegati generalmente per alleviare i sintomi del mal di testa, del ciclo mestruale doloroso , di strappi muscolari, del raffreddore e dell’influenza, dell’artrite e di altre malattie che causano dolore cronico. Poiché la proprietà comune di tutti i FANS è quella di inibire la biosintesi delle prostaglandine, questi farmaci, oltre a condividere molte azioni terapeutiche, presentano anche numerosi effetti collaterali in comune . Gli effetti terapeutici dei FANS sono strettamente legati all’azione antiinfiammatoria, analgesica ed antipiretica che dipende in gran parte dalla inibizione della sintesi di prostanoidi.

Molti FANS assunti per via sistemica si associano a un leggero aumento del rischio cardiovascolare, variabile in funzione dello specifico principio attivo usato e del dosaggio. Questo inconveniente, emerso soltanto negli ultimi anni da estese valutazioni d’uso post-marketing, riguarda soprattutto chi deve assumere FANS per lunghi periodi di tempo, mentre può essere considerato trascurabile per trattamenti occasionali di pochi giorni . Lo studio conferma, inoltre, un dato che già in passato aveva evidenziato una maggiore probabilità di infarto per soggetti che assumevano alcuni FANS di nuova generazione detti inibitori selettivi dell’enzima COX-2, quali celecoxib e etoricoxib.

I FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei: cosa sono e come si distinguono

Tutte le informazioni sopra riportate non sostituiscono la valutazione e il giudizio del professionista. Per ogni quesito relativo alle pratiche sopra individuate, con riferimento alla propria specifica situazione clinica, è necessario rivolgersi al professionista. Non si deve sottovalutare l’importanza di un sostegno psicologico nei pazienti che avvertono dolore.

Uno studio danese del 2014 aveva già evidenziato un legame fra l’uso di FANS e l’aumento (fino al 30%) del rischio di arresto cardiaco. Il farmaco più impattante da questo punto di vista è stato il diclofenac (cui è associato un aumento del rischio di arresto cardiaco del 50%), seguito dall’ibuprofene (31%); Melanotan 2 10 mg Peptide Sciences naprossene e celecoxib hanno mostrato un profilo di sicurezza migliore. Gli effetti indesiderati più comuni interessano il tratto gastroenterico (ad esempio, nausea vomito, peggioramento dei sintomi dell’ulcera, ecc.) a livello del quale i salicilati e l’acido acetilsalicilico possono causare irritazione.

Ciò causa, a livello gastrico, la riduzione della produzione delle sostanze che proteggono le pareti dello stomaco dall’azione erosiva degli acidi. A livello del sangue, la conseguenza è l’inibizione dell’attività delle piastrine, che aumenta il rischio di emorragia. Le due condizioni possono predisporre all’insorgenza di un’ulcera e al suo sanguinamento.

La necrosi papillare non è però una patognomonica complicanza della nefropatia da analgesici potendosi riscontrare anche in altre condizioni cliniche come diabete mellito, pielonefriti, ostruzione delle vie urinarie, nefropatia in corso di anemia falciforme, tubercolosi renale e nefropatia da reflusso. In studi preclinici pressoché tutti i FANS possono essere causa di necrosi della papilla renale in modelli animali. Sebbene la tossicità clinica sia eccezionalmente rara, è però stata riportata per alcuni farmaci come ibuprofen, fenilbutazone, fenoprofene ed acido mefenamico.

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